SORTINO (SR) Teatro comunale dell\’Opera dei pupi
Sabato 23 novembre ore 20.30
Il miracolo del pozzo magico di Santa Sofia
Siamo nel 1453, le truppe del Sultano si trovano a pochi chilometri da Costantinopoli e decidono di attaccare la città. Queste vengono respinte dagli assediati, guidati da Costantino XI. All’alba del 29 maggio 1453 Maometto II, dopo diversi attacchi, riesce a conquistare Costantinopoli facendo strage dei bizantini, compreso l’imperatore Costantino XI. Entrato nella città, Maometto si dirige subito nella basilica di Santa Sofia e resta meravigliato dalla magnificenza del tempio. Quindi ordina che nulla sia distrutto di quella basilica, ma che venga trasformata in moschea.
Mentre contempla il tempio entra in scena un vecchio che dice di essere il custode della verità.
Il vecchio comincia a narrargli la storia della basilica. Racconta la leggenda della giovane principessa Sofia, figlia di Costanzo, allora principe di Bisanzio. Sofia venne rinchiusa dal padre in una torre perché voleva convertirsi al cristianesimo. Intanto arrivò in città un uomo di nome Timoteo, che predicava il Vangelo. La giovane prigioniera pregò la sua nutrice di farla incontrare con l’uomo: in questo modo poté battezzarsi.
Nella stessa notte Dio si manifestò alla ragazza suggellando la sua alleanza con un anello. Sofia, dopo questa visione, decise di fuggire per andare a predicare il cristianesimo. Scappò da Bisanzio e, imbarcatasi su una nave, arrivò a Siracusa e raggiunse l\’entroterra: a Pantalica iniziò la sua missione.
Un giorno, la giovane fece cadere la treccia dei suoi capelli a terra: ne nacque un pozzo di acqua purissima e cristallina, che guarisce da ogni sorta di malattie.
Intanto Marziale, prefetto di Pantalica, preoccupato di questa nuova dottrina, cercò e trovò Sofia in una grotta: scoprendo che era la figlia del principe Costanzo, la rimandò nella sua città. Il sovrano credette che Sofia fosse venuta finalmente a chiedergli perdono, ma subito si accorse che niente era cambiato: accecato dalla rabbia, ordinò la decapitazione della giovane.
Sofia morì, offrendo la sua vita per la conversione del padre, e venne portata in cielo fra la gloria degli angeli.
Antica compagnia Opera dei pupi Famiglia Puglisi Attiva da cinque generazioni, rappresenta una di quelle realtà che ha contribuito all’espansione dell’opra in Sicilia. Il personaggio più famoso della famiglia è sicuramente Don Ignazio Puglisi, che riusciva a prestare la voce a tutti i personaggi in scena senza che il pubblico potesse capire che provenisse da una sola persona. Dopo qualche anno dalla morte di Don Ignazio, il nipote, Ignazio Manlio, riprende l’attività ereditata dal nonno. Oggi la Compagnia ripropone l’antica gloria del teatro utilizzando fedelissime copie di pupi del tempo alti fino a 130 cm e pesanti oltre 30 kg.
Ingresso gratuito fino ad esaurimento posti.