Il terribile gigante Gattamugliera
Tratto da antichi canovacci, libero adattamento scenico e regia di Enzo Mancuso
Compagnia Carlo Magno di Enzo Mancuso (Italia)
Mercoledì 8 novembre| ore 21.00
Museo internazionale delle marionette Antonio Pasqualino
Dopo la morte di Dama Rovenza, durante il cammino di ritorno per il castello di Montalbano, Rinaldo e la sua famiglia vengono assaliti da soldati Magonzesi, che, camuffati da ladroni, tentano invano di rubare i muli carichi di monete d’oro. Scoperta la verità e riconosciuto in Gano di Magonza l’artefice dell’imboscata, Rinaldo si reca a Parigi. Lì scopre anche che Gano ha raccontato il falso a Carlo Magno, e in preda all’ira, nel tentativo di uccidere il traditore, ferisce accidentalmente l’imperatore. Rinaldo fugge, e solo Orlando promette di aiutare lo zio per l’affronto subito.
Dopo due giorni di duelli, dove nessuno dei due paladini riesce a prevalere sull’altro, sotto le mura del castello di Montalbano si odono rumori di tamburi: è l’esercito del gigante Gattamugliera. Allora, ascoltata la verità, Orlando accetta di mettersi da parte; Rinaldo, grazie all’intervento del mago Malagigi, riesce a scoprire che il gigante possiede delle armi incantate. E con in mano la spada Durlindana si prepara a combatterlo, esaudendo la promessa fatta a messer Cordolano: uccidere Gattamugliera e i suoi sette fratelli.
BIOGRAFIA
Enzo Mancuso. Erede della storica famiglia Mancuso, attiva a partire dagli anni Venti del secolo scorso, Enzo è considerato oggi uno dei più affermati pupari palermitani, capace di rinnovare la tradizione senza stravolgerla, portandola a un altissimo livello di narrazione e recitazione.
Cresciuto dietro le quinte dei teatri, ha esordito in tenera età collaborando attivamente agli spettacoli del padre, che gli ha tramandato la passione e i segreti necessari alla perpetuazione del difficile mestiere di puparo. Da oltre un decennio la Compagnia Carlo Magno ha avviato un metodico lavoro di messa in scena su antichi canovacci di tutti gli episodi della “Storia dei Paladini di Francia “, di Giusto Lo Dico.